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L'intelligenza artificiale ridisegna la Pinacoteca di Brera

Prompt inserito

A painting of a religious supper with Jesus on the left of the table having a bright halo on his head, the table is full of food, inspired by Edward Hopper, lecture halls and gambling dens, in a restaurant with Jesus, dog eating on the floor, in style of old painting, thirst.

Opera originale:
Cena in casa di Simone

Autore:

Veronese (Paolo Caliari)

Data:

1570

Materia e tecnica:
Olio su tela

Dimensioni:

275x710 cm

Il dipinto, inserito nel gruppo di fastose scene di banchetto realizzate da Veronese nell'ottavo decennio del Cinquecento, si distingue per l'ambientazione in grandiose scenografie ispirate all'architettura contemporanea, in particolare agli edifici palladiani e sansoviniani di Venezia e Vicenza.

Richiami alle Nozze di Cana del Louvre sono evidenti nella disposizione del tavolo a U, mentre la figura di Cristo è spostata a sinistra per lasciare spazio alla vista di un giardino con portale classico.

All'estrema sinistra si intravede Maria Maddalena che unge i piedi a Gesù, ma la scena assume un tono profano, con ambientazione e costumi cinquecenteschi.

Veronese non si limita alla rappresentazione biblica, ma coglie l'occasione per raffigurare con vivacità e gusto per l'aneddoto la realtà del suo tempo: servi si affaccendano nel servizio, cani litigano per gli avanzi di cibo, un servitore ruba vino dal tavolo e un ubriaco viene trascinato via. La ricchezza di dettagli e la vivacità della rappresentazione rendono il dipinto estremamente interessante, offrendo spunti di riflessione sulla società e sui costumi del Cinquecento. L'accostamento di elementi sacri e profani, tipico di Veronese, invita a una lettura attenta e a una riflessione sul rapporto tra fede e realtà quotidiana.

Veronese-Cena-a-casa-di-Simone.jpg

Opera digitale:
The silent supper

Autore:

Luca Mombelli

Data:

2024

Tecnica:
AI (Dreamstudio)

Dimensioni:

1350x1080 px

Image strength:

35%

Comunicato stampa

 

L'immagine è ideata come proposta per una mostra offerta dalla Pinacoteca di Brera; sarebbe prevista anche una componente di "merchandising"  ispirato alla stessa.

L'esposizione si configurerebbe come un'occasione per rielaborare graficamente opere d`arte tramite uno strumento contemporaneo e dalle molteplici opportunità come i cosiddetti "AI image generators". 

L´obiettivo principale e di maggiore attrazione della mostra sarà proporre al pubblico una domanda: l`arte generata tramite AI non è completamente originale, può essere considerata vera arte?

In particolare, al visitatore potrà essere proposto di collaborare sul momento con un AI image generator tramite la formulazione di una concezione originale (un ricordo d`infanzia, un sogno o un`emozione) associata ad un dipinto della Pinacoteca. L`intelligenza artificiale, dovendo lavorare nei limiti dei modelli generativi, creerà una nuova composizione frutto di un enorme database di immagini, stili, temi e pattern visivi. Può quindi, un umano che collabora tramite un pensiero originale con un AI image generator, creare una composizione veramente originale?

 

Il pubblico, all`interno dell`esposizione, sarà stimolato (tramite tesi e antitesi) a rispondere al problema intrinseco dell`arte generata tramite AI: può essere veramente considerata arte? L`AI può comunque ispirare ed emozionare, inoltre è possibile farle sviluppare abilità e "ispirazione" tramite allenamento. Al contrario, un`AI non può avere nuove idee e manca di emozioni che creano arte, essendo guidata da comandi meccanici.    

L'opera digitale proposta, elaborata a partire dal quadro cinquecentesco di Paolo Caliari "Cena in casa di Simone", è ispirato alle scene di vita mondana raffigurate largamente dal pittore statunitense Edward Hopper. 

Come l'artista veronese decise di raffigurare profanamente un soggetto sacro inserendolo nella realtà del suo tempo, l'opera digitale dona uno sguardo sulla realtà moderna tramite la raffigurazione di figure isolate, assorte nei propri pensieri e distaccate dalla realtà.

L'opera, seguendo lo stile del pittore americano e di gusto prettamente postmodernista, è volutamente di soggetto contenuto, lasciando indizi, speculazioni e invitando gli spettatori a completare la narrazione della scena pur mantenendo gli stilemi classici di una Cena di tema sacro (gli apostoli a tavola con Gesù Cristo, identificato tramite un'aureola).

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